“Nel difficile momento storico che stiamo attraversando, caratterizzato da forti mutamenti socio-culturali-politici e religiosi, è urgente ripensare coraggiosamente a nuovi modelli informativi e a più adeguati metodi formativi, in grado di attualizzare concretamente il progetto religioso giudeo-cristiano, con l’obiettivo di rifondare eticamente ogni forma dell’agire ecologico”. Lo scrive mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, in un articolo pubblicato su L’Osservatore Romano a commento dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. “Le sfide ecologiche di oggi sono complessi segni dei tempi”, sostiene il presule: “Toccano i temi importanti della vita e della morte, non solo per gli esseri umani ma anche per il pianeta”. “Occorre accreditare in modo nuovo, con la novità del Vangelo, la prospettiva ecologica per stabilirla su più resistenti fondamenti, darle cioè nuovi e ulteriori motivi di esigibilità e responsabilità etica”, osserva il vescovo a proposito dell’”ecologia umana” auspicata da Papa Francesco. Di qui l’invito, contenuto nella Laudato si’, “a cercare soluzioni non solo nella tecnica, ma anche in un cambiamento dell’essere umano, perché altrimenti affronteremmo soltanto i sintomi”. Tra i segnali di speranza, Savino annovera il fatto che “la secolarizzazione si sta finalmente secolarizzando: questo non significa automaticamente che si stia realizzando il ritorno di Dio, come qualcuno ha ipotizzato, ma che la si sta smettendo di ripetere che la religione così come la morale sia cosa del passato”.