Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di agosto sono state 322.132, in diminuzione di circa 95mila casi rispetto alle 416.894 dei primi otto mesi del 2019 (-22,7%). È quanto emerge dagli open data Inail su “Infortuni e malattie professionali” relativi ai primi otto mesi del 2020.
“Questa diminuzione – viene spiegato – è influenzata dal sostenuto calo delle denunce registrate tra marzo e agosto, con 91mila casi in meno rispetto al periodo marzo-agosto 2019 (-29,3%), a causa soprattutto dello stop forzato tra marzo e maggio di ogni attività produttiva considerata non essenziale per il contenimento dell’epidemia da nuovo Coronavirus e delle difficoltà incontrate dalle imprese nel riprendere la produzione a pieno regime nel periodo post-lockdown”.
Stando ai dati diffusi, il calo maggiore si è registrato nel mese di maggio, con denunce praticamente dimezzate rispetto allo stesso mese del 2019. Seguono aprile e giugno con una riduzione di oltre un terzo nel confronto con l’anno precedente. A seguire marzo e luglio, con cali al di sotto del 20% e, infine, agosto con un più contenuto -13%. I mesi di gennaio e febbraio di quest’anno, non coinvolti pienamente dalla pandemia, hanno registrato decrementi inferiori al 4%.
I dati rilevati al 31 agosto di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un decremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 353.316 a 284.131 (-19,6%), sia di quelli in itinere che hanno fatto registrare un calo percentuale più sostenuto del 40,2%, da 63.578 a 38.001.
Tra gennaio e agosto di quest’anno, l’analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese. La flessione è legata soprattutto alla componente maschile (denunce in calo del 27,3%), mentre per quella femminile si attesta al -14,5%; la diminuzione ha interessato sia i lavoratori italiani (-23,7%), sia quelli comunitari (-15,2%) ed extracomunitari (-18,7%), con cali percentuali più sostenuti se limitati al confronto del periodo marzo-agosto.