Leader delle Chiese cristiane si uniscono a Papa Francesco e a Sua Santità Karekin II, il Catholicos di tutti gli armeni, e chiedono che si compiano passi di pace per la risoluzione del conflitto tra l’Armenia e l’Azerbaijan in corso da anni per il controllo del Nagorno-Karabakh. Da Mosca l’ufficio stampa del patriarca fa sapere in una nota che Sua Santità Kirill “sta pregando per una rapida risoluzione pacifica del conflitto in Nagorno-Karabakh” e invoca “il ruolo dei leader spirituali dei due Paesi”, chiedendo loro di “compiere ogni sforzo per stabilire la pace”. Da parte sua, il patriarca Kirill assicura che “la Chiesa ortodossa russa ha sempre fornito assistenza per mantenere il dialogo tra le comunità religiose di Armenia e Azerbaijan ed è pronta a continuare a svolgere questa missione”.
In campo ieri è sceso anche il Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc) che ha sede a Ginevra, in Svizzera. In un comunicato, il segretario generale ad interim del Wcc, Ioan Sauca, ha espresso “grave preoccupazione per la grave escalation del conflitto nella contesa regione del Nagorno-Karabakh da domenica 27 settembre causata secondo quanto riferito, a seguito di un attacco delle forze militari dell’Azerbaijan, che ha già provocato vittime, compresi civili, e che rischia di innescare un conflitto armato più ampio nella regione”. A questo proposito, il Consiglio mondiale delle Chiese esprime costernazione in merito alla “posizione aggressiva e di parte assunta dal governo della Turchia, che come membro del gruppo di Minsk dovrebbe mantenere un ruolo neutrale, piuttosto che quello di un antagonista”, ha detto Sauca. “Mi appello quindi alle nostre Chiese appartenenti al Wcc dei Paesi del gruppo di Minsk a impegnarsi con i loro governi per trasmettere questo messaggio e incoraggiare sforzi diplomatici urgenti e sostenuti per la pace nella regione”.