“L’intelligenza artificiale può far fare il vero salto di qualità all’umanità, ma può diventare anche un grande strumento di dominio”. Così don Fabio Pasqualetti, decano della Facoltà di scienze della comunicazione (Fsc) dell’Università pontificia salesiana, a proposito del convegno on line in programma domani e sabato dal titolo “Intelligenza Artificiale: per una governance umana. Prospettive educative e sociali”. “La tecnologia è sempre un testo in un contesto – spiega -. All’interno di una economia competitiva non mi preoccupa tanto la tecnologia ma le intenzioni dei gruppi che ci sono dietro, quasi mai per il bene comune o per lo sviluppo migliore della società. Per fare un esempio, l’algoritmo che serve per identificare i punti dove seminare è lo stesso usato dai droni killer. È il contesto che suggerisce l’uso. Credo sia importante discutere di cosa fare con l’intelligenza artificiale. Siamo in una società in cui tutto viene calcolato e l’intelligenza artificiale si presenta come un esempio di calcolo esatto, ma perfezione di calcolo e verità non sono la stessa cosa. Molti dicono: ‘I dati parlano da soli’, ma il dato non è mai neutro”. Per quanto riguarda la regolamentazione “sarà impegno degli Stati” anche se “i grandi gestori dell’intelligenza artificiale – osserva – sono soprattutto americani che hanno un’ottica poco incline alla regolamentazione”. E infine, guardando agli effetti della tecnologia sulla società, don Pasqualetti sottolinea il ruolo della scuola per recuperare la capacità sociale visto che “il processo di radicalizzazione in atto nei social non permette più un dialogo nella realtà e rende necessario il recupero dell’educazione”.