“Dopo il lockdown, ci stiamo rendendo conto che davvero niente è più come prima…Ora cadono gli alibi, ma cresce la nostra responsabilità diretta che deve regolare il rapporto tra ognuno di noi e la comunità, tenendo conto che il Covid-19 è sempre in agguato e che altri virus infestano, non da oggi, la vita quotidiana di Napoli e del suo territorio”. Lo ha detto oggi il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, durante la messa per la solennità di San Gennaro, “che ancora una volta ha dimostrato la sua vicinanza e la sua protezione attraverso la prodigiosa liquefazione del suo sangue, per volere di nostro Signore”. Il card. Sepe ha fatto riferimento a situazioni come “la violenza, un virus che continua ad essere praticata con leggerezza e crudeltà, le cui radici vanno oltre il cumulo dei ‘mali sociali’ che ne favoriscono l’esplosione”. Al “pericolo di ingerenza e inquinamento della malavita comune e organizzata, che tenta di accaparrarsi risorse destinate alla ripresa economica, ma tenta anche di assoldare proseliti attraverso incarichi delinquenziali o prestito di danaro”. “L’attacco che la delinquenza continua a portare alla città è più vile che mai – ha affermato –, perché anche in questo tempo di crisi, il suo obiettivo è quello di trarre profitto, ad ogni costo, perpetuando un ricatto ancora più odioso”. L’arcivescovo di Napoli ha puntato il dito contro “quanti continuano a rincorrere la ricchezza attraverso le illegalità, l’affarismo, la corruzione, le truffe, l’egoismo, la prevaricazione, le ingiustizie, la sete di dominio, il potere non come servizio, ma come arma contro il bene comune”. E ha avuto parole di vicinanza a favore di chi ha perso il lavoro, dei giovani che non riescono a trovarlo, e di quanti, abituati a “vivere alla giornata”, hanno visto “venir meno anche questa precaria attività e il modesto reddito”. Contro questi pericoli e questi mali, ha suggerito, “contro ogni forma di deviazione i giovani sono chiamati ad essere il primo argine, come protagonisti del cambiamento”: “Bisogna puntare su di essi per preparare, nel laboratorio della vita quotidiana, quel vaccino salvifico, capace di contrastare i mali, vecchi e nuovi, di costruire la società delle certezze e del bene comune”. “Dio benedica tutti! San Gennaro ci protegga! E ‘a Madonna c’accumpagne!”, ha concluso.