“Oggi, la natura che ci circonda non viene più ammirata, contemplata ma divorata. Siamo diventati voraci, dipendenti dal profitto e dai risultati subito e a tutti i costi. Lo sguardo sulla realtà è sempre più rapido, distratto, superficiale, mentre in poco tempo si bruciano le notizie e le foreste. Malati di consumo, ci si affanna per l’ultima ‘app’, ma non si sanno più i nomi dei vicini, tanto meno si sa più distinguere un albero da un altro”. È il grido d’allarme lanciato oggi da Papa Francesco durante l’udienza concessa alle Comunità Laudato si’, un progetto congiunto della diocesi di Rieti e di Slow Food nato nel solco dell’omonima enciclica papale. “E, ciò che è più grave – ha sottolineato il Pontefice – con questo stile di vita si perdono le radici, si smarrisce la gratitudine per quello che c’è e per chi ce l’ha dato”. “Liberarsi dalla prigionia del cellulare per guardare negli occhi chi abbiamo accanto e il creato che ci è stato donato”, per Papa Francesco “l’antidoto alle scelte frettolose, superficiali e inconcludenti” è la contemplazione. “Bisogna tornare a contemplare per non distrarci in mille cose inutili, occorre ritrovare il silenzio; perché il cuore non diventi infermo, serve fermarsi. Non è facile. Contemplare è regalarsi tempo per fare silenzio, per pregare, così che nell’anima ritorni l’armonia, l’equilibrio sano tra testa, cuore e mani; tra pensiero, sentimento e azione. Scopre la tenerezza dello sguardo di Dio e comprende di essere prezioso. Ognuno è importante agli occhi di Dio, ognuno può trasformare un po’ di mondo inquinato dalla voracità umana nella realtà buona voluta dal Creatore. Chi sa contemplare, infatti, non sta con le mani in mano, ma si dà da fare concretamente”.