“Il Regno dei Cieli è quel luogo in cui si entra quando si accoglie una grazia infinita, quando si prende coscienza di una salvezza immeritata, che ci ha effettivamente scampati dalla morte”. È quanto afferma l’amministratore apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa, nella sua meditazione settimanale sul Vangelo della Domenica, 13 settembre. Commentando il passo di Matteo (Mt 18, 21-35), con a tema “la relazione con il fratello, la correzione fraterna e il perdono”. “Ciò che ci salva è quando questa coscienza di una salvezza immeritata trasforma le nostre relazioni, quando ci fa scendere dal piedistallo da cui giudichiamo chi ci sta accanto, quando ci rende capaci di sentirne il dolore”. Per Pizzaballa “la domanda di Pietro – quante volte bisogna perdonare – dice un modo di pensare che non è quello dei figli del Regno: l’uomo che non ha ancora conosciuto l’amore incondizionato di Dio si chiede ancora ‘quante volte’: quanto dovrà amare, quanto dovrà perdonare”. “Questa domanda – spiega l’arcivescovo – è una prigione, quella prigione secondo la quale il mio diritto di non subire torti è più importante di mio fratello e della sua debolezza, del legame che mi unisce a lui. Gesù vuole farci uscire da questa prigione”. Questo accade “quando non sentiamo più come un torto ciò che l’altro ci deve, ma lo percepiamo invece come parte di quell’immenso debito che è stato condonato a tutti, indistintamente. Solo allora siamo effettivamente salvati”.