Solidarietà ai lavoratori della Indelfab di Fabriano (ex JP Industries) è stata espressa oggi dalla Consulta del laicato cattolico della diocesi di Fabriano-Matelica. Si tratta, si legge in una nota della Consulta, dell’“ultima delle crisi che mina la nostra comunità e il nostro tessuto sociale, ma soprattutto la serenità dei 583 lavoratori dell’Indelfab. La proprietà – riporta il testo – ha infatti unilateralmente annunciato che entro metà dicembre licenzierà in massa i suoi lavoratori, se non interverranno nuove positive notizie”. Tra le cause della crisi vi sarebbero “l’irrigidimento del sistema bancario nell’erogazione dei fondi, la contrazione del mercato degli elettrodomestici e il congelamento degli ordini, causa pandemia da Coronavirus”. La Consulta, facendo proprio l’appello del vescovo, mons. Francesco Massara, “chiede a tutti coloro che possono cambiare questa situazione di trovare una soluzione duratura a questa crisi, facendo leva sulla responsabilità politica e sociale e sull’etica d’impresa”. Alle Istituzioni, in particolare, la Consulta chiede di “esplorare tutti i percorsi possibili e praticabili, rispettosi dei diritti del lavoro e della dignità umana, che sono scritti nel cuore dell’uomo ma anche nella nostra Carta costituzionale, articoli 3 e 4”. Per l’organismo diocesano si tratta di “rispettare la dignità dei lavoratori e di tener conto del contenuto etico dell’occupazione, che non può mai essere sostituito da sussidi temporanei i quali, sebbene necessari, non favoriscono il pieno sviluppo della persona umana”. “L’impresa – si legge nella nota – non è soltanto un capitale in grado di produrre un profitto, dei macchinari che danno lavoro a delle persone o un servizio di beni ai consumatori, è soprattutto una comunità di persone. È possibile, inoltre, coniugare profitto, (che non sia esclusivamente quello derivante dai mercati finanziari), efficienza e solidarietà”. Ed “è auspicabile – conclude la Consulta – che, in questo nostro territorio, coloro che hanno risorse e capacità imprenditoriali e sono dotati di spirito di solidarietà e buona volontà collaborino insieme per improntare nuove attività lavorative, che siano in grado di far risorgere un distretto industriale ed una città che sarebbero altrimenti destinati ad una lenta ma continua decrescita infelice”.