Nuova tappa del caso Mancuso, la vicenda relativa al fondatore delle Auc (Autodefensas unidas de Colombia), la più grande formazione paramilitare colombiana, che ha finito di scontare negli Usa una lunga condanna per narcotraffico. La Giustizia colombiana ha richiesto l’estradizione di Salvatore Mancuso, di origini italiane, commettendo però delle manchevolezze, ed è stata ipotizzata l’estradizione in Italia. In ogni caso, Mancuso, in una lettera pubblicata ieri su tutti i giornali colombiani, ha affermato di essere disposto a venire in Colombia a testimoniare, purché gli sia garantita la vita, e si è detto in ogni caso disposto a deporre davanti alla Commissione per la Verità, presieduta dal gesuita Francisco De Roux. Parole esplosive, quelle di Mancuso, secondo il quale è arrivato il momento nel quale tutti gli attori armati sono chiamati ad assumersi le proprie responsabilità, “senza permettere che la verità sia sequestrata o manipolata, senza guardare a chi porta benefici o danni”. Altrimenti, “passeranno altri 50 anni di conflitto”.
L’ex capo delle Auc conferma di essere stato estradato negli Usa perché, dopo la smobilitazione delle formazioni paramilitari, aveva iniziato a raccontare che “il 35% del Congresso era appoggiato dalle Auc”, che la sua formazione aveva di fatto coltivato un “paramilitarismo di Stato” e che collaboratori dell’allora presidente Uribe erano molto vicini ai paramilitari. Ha fatto il nome, tra gli altri, di Francisco Santos, oggi ambasciatore della Colombia negli Usa.