“Il libro del Papa si pone in continuità con il grande meeting internazionale di atletica che avremmo dovuto celebrare nel mese di maggio e che il Covid-19 ci ha costretti a rinviare. Al suo posto abbiamo organizzato un’asta di beneficenza che si è conclusa formalmente sabato scorso quando Francesco ha voluto ricevere gli organizzatori, gli atleti che hanno voluto contribuire con oggetti personali – e alcuni con la disponibilità ad aprire la propria casa – e i destinatari, i rappresentanti degli ospedali di Bergamo e Brescia. Il tutto ovviamente nei numeri ridottissimi consentiti dalle circostanze”. A raccontarlo al Sir è mons. Melchor Sánchez de Toca, sotto-segretario del Pontificio Consiglio della cultura e presidente di Athletica Vaticana, a margine dell’odierno incontro di presentazione di “Mettersi in gioco. Pensieri sullo sport” che raccoglie gli interventi più significativi del Papa sul tema. “Una raccolta che esprime la visione che Francesco ha dello sport: per lui non si tratta di correre o di fare esercizio fisico e basta, ma di incarnare una serie di valori, uno stile di vita. Per questo noi di Athletica Vaticana diciamo: ‘non corriamo e basta’. Il nostro stile è lo stile di uno sport solidale che include atleti normodotati e paralimpici, giovani e anziani, professionisti e dilettanti, locali e stranieri, tutti con uguale dignità”. Non a caso il motto del meeting internazionale rinviato all’anno prossimo e dell’asta di beneficenza è “We run together”, tratto dal versetto evangelico “simul currebant”.
Diverse le iniziative solidali portare avanti dai “maratoneti del Papa”: a Natale e Pasqua a favore del dispensario Santa Marta in Vaticano e della Caritas di Ostia in collaborazione con le Fiamme gialle. Ma c’è anche una raccolta di scarpe da atletica usate, ma ancora in buone condizioni, inviate a missionari in Africa. La Via Pacis, che nel 2017, alla sua prima edizione ha visto l’esordio di Athletica Vaticana, si svolgerà in modo informale domenica 22 novembre: lungo uno dei percorsi più belli del mondo si misureranno gli atleti “in gruppetti di due o tre, in modo simbolico, accompagnati da due grandi maratoneti di settanta e novant’anni che ci hanno chiesto di partecipare”, dice il presidente. E ancora, “il progetto di una scuola di attività motoria per ragazzi paralimpici, soprattutto con disabilità relazionale e cognitiva che non trovano palestre dove praticare lo sport perché i coach non sanno come trattarli, e una scuola di atletica per giovani figli dei dipendenti, ma aperta a tutti, per coltivare il vivaio”. Tra i sogni, il campionato dei piccoli Stati europei che avrebbe dovuto tenersi nel mese di giugno, rinviato, e che avrebbe visto la prima partecipazione internazionale in pista, anche se fuori classifica, di Athletica Vaticana e il meeting internazionale di Castelporziano da programmare l’anno prossimo con le Fiamme gialle, Fidal Lazio e il Cortile dei gentili. “Sabato il Papa ci ha detto che dobbiamo farlo. Noi siamo la squadra del Papa – conclude sorridendo mons. Sánchez – se ce lo chiede lui, non possiamo tirarci indietro”.