(Londra) “Il protocollo sul Nord Irlanda è un accordo che impegna legalmente il Regno Unito e che il premier britannico Boris Johnson ha firmato”, spiega ancora al Sir Feargal Cochrane, docente emerito di analisi del conflitto all’Università del Kent, esperto del conflitto nordirlandese. “Ma con questa legislazione il governo britannico fa marcia indietro. Di fatto il Regno Unito sta dicendo che vuole interpretare il protocollo all’interno della propria legislazione domestica secondo i propri interessi”. Quanto alle ragioni di questa nuova legislazione, che il governo britannico vuole introdurre, il professor Cochrane è convinto che “Boris Johnson sia più interessato alla politica interna, rispetto ai suoi rapporti con l’Unione europea”. “Il premier britannico non vuole essere visto come qualcuno che implementa un confine dentro il Regno Unito anche se, quando ha firmato il Withdrawal agreement, lo scorso anno, ha fatto proprio questo, mettendo un confine dentro il mare d’Irlanda”, continua l’esperto. “Insomma il premier spera che la Ue possa acconsentire ad un’interpretazione molto blanda dei controlli su merci al confine tra Regno Unito e Nord Irlanda. Sono convinto, al contrario, che Bruxelles non cederà anche perché il governo britannico si sta rivelando inaffidabile e la Ue non potrebbe più fidarsi e firmare un accordo che potrebbe, poi, non essere rispettato”.
Sugli accordi per il recesso il premier britannico Boris Johnson ora stringe i tempi e chiede di decidere tutto entro il 15 ottobre, quando è fissato un Consiglio europeo a Bruxelles. La risposta non si fa attendere. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, scrive in un tweet: “Confido che il governo britannico attui l’accordo di recesso, un obbligo ai sensi del diritto internazionale e prerequisito per qualsiasi futura partnership”. Aggiunge: “Il protocollo sull’Irlanda-Irlanda del Nord è essenziale per proteggere la pace e la stabilità sull’isola e l’integrità del mercato unico”.