Una terra “dimenticata”, dove i numeri dei contagi di Covid-19 aumentano e l’ospedale locale è ormai al collasso. È questa la denuncia che viene fatta da mons. Joaquín Humberto Pinzón Gûiza, padre della Consolata e vescovo del vicariato apostolico di Puerto Leguizamo Solano. “All’inizio di luglio – racconta – la situazione è peggiorata. La pandemia è passata dall’essere una realtà che vedevamo in televisione, a una realtà molto vicina, con i suoi volti e nomi specifici. Al 27 agosto, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, avevamo 79 contagi a Leguizamo e tre morti. Questo è ciò che dicono i dati ufficiali. Poiché in questi luoghi remoti non tutti rientrano in questo conteggio. Finora questo mese sono morte più di 30 persone, la stragrande maggioranza delle quali adulti. Gli anziani stanno morendo, forse non tutti di Covid-19, ma è indubbia la coincidenza, c’è una mortalità che non si era mai verificata. I dati saranno più drammatici quando conosceremo con certezza l’entità della tragedia, o forse non lo sapremo mai, perché in questa terra dell’oblio le cose si vivono così”.
“Abbiamo visto il sindaco Rubén Velázquez, lanciare un Sos attraverso la televisione”, prosegue mons. Pinzón: “L’ospedale María Angelines è al collasso, degli otto medici presenti, quattro sono in quarantena e gli altri quattro esausti per tutto il lavoro, ma soprattutto per la precarietà nella quale prestano servizio. Di fronte a un simile panorama, la decisione della gente non è quella di andare ai servizi sanitari ma di resistere dalle proprie case con medicine tradizionali e casalinghe. Una persona che era di passaggio di qui mi ha detto: ‘Abbi cura di te e se ti ammali non andare in ospedale, perché lì le condizioni sono difficili è meglio iniziare a prendere i rimedi casalinghi, almeno se muori, vieni accompagnato’. Queste sono parole strazianti, e non è solo l’espressione di una persona, è la mentalità con cui la nostra gente sta gestendo tante difficoltà, anche perché in questo momento non abbiamo solo il Covid-19, ma anche una forte influenza, un’epidemia di dengue senza precedenti, e a tutto questo si aggiunge la fame generata dall’inattività della stragrande maggioranza delle famiglie”.
Rispetto a questa denuncia, aggiunge Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina: “È molto preoccupante la decisione del presidente Duque di destinare solo il 3% del Pil alla lotta contro la pandemia, la percentuale più bassa di tutti i paesi aderenti all’Ocse, come recentemente denunciato dalla Pontificia Università Javeriana di Bogotá”.