“L’autentico profitto consiste in una ricchezza a cui tutti possano accedere”. Ne è convinto il Papa, che, nel messaggio inviato ai partecipanti al Forum della European House-Ambrosetti, fa notare che “nella tragedia, che ancora attanaglia l’umanità intera, non sono bastate neppure la scienza e la tecnica. L’elemento decisivo è stato il surplus di generosità e di coraggio, messo in atto da tante persone”. Di qui la necessità di “uscire dal paradigma tecnocratico, inteso come unico o prevalente approccio ai problemi. Paradigma improntato alla logica del dominio sulle cose, nel falso presupposto che esiste una quantità illimitata di energia e di mezzi utilizzabili, che la loro immediata rigenerazione è possibile e che gli effetti negativi delle manipolazioni della natura possono essere facilmente assorbiti”. “Nei confronti sia della natura sia, a maggior ragione, delle persone, è necessario un cambiamento di mentalità che allarghi lo sguardo e orienti la tecnica, mettendola al servizio di un altro tipo di modello di sviluppo, più sano, più umano, più sociale e più integrale”, la tesi del Papa, secondo il quale “è tempo di un discernimento, alla luce dei principi dell’etica e del bene comune, in ordine alla ripartenza che tutti desideriamo”. Il riferimento è agli scritti di Sant’Ignazio di Loyola e alle parole di Gesù, che “invitava i suoi ascoltatori, e oggi tutti noi, a non fermarsi all’aspetto esterno dei fenomeni, ma a discernere saggiamente i segni dei tempi”.