“Siamo estremamente convinti del fatto che l’unica istituzione a livello europeo che ha responsabilità democratica sia la vostra assemblea che” – nel contesto della definizione dei connotati della Conferenza del futuro d’Europa – “potrebbe rivendicare a nome dei cittadini europei un ruolo costituente” per la conferenza stessa. È un passaggio della lettera che Piervirgilio Dastoli, presidente del Movimento europeo (Me), ha inviato ai membri della Commissione affari istituzionali del Parlamento europeo. Nella lettera, Dastoli solleva dubbi sul fatto che il Consiglio europeo, il Consiglio dell’Ue e i governi nazionali possano avanzare “proposte ambiziose” sul mandato della Conferenza. La proposta di Dastoli è che Commissione, Consiglio e Parlamento trovino un accordo sull’organizzazione e sulla governance della Conferenza (oggetto della prevista dichiarazione interistituzionale), ma che lascino alla Conferenza stessa il compito di definire mandato e obiettivi. Il nodo è inserire la riforma dei Trattati tra gli obiettivi della Conferenza: secondo Dastoli, se la questione fosse lasciata alla decisione dei governi non sarebbe che “tempo perso”, a motivo del vincolo del voto all’unanimità. Per il Movimento europeo, alleati preziosi del Parlamento durante la Conferenza potranno essere le maggioranze pro-europee nei parlamenti nazionali e la società civile europea da coinvolgere “in modo innovativo in un dialogo aperto, evitando consultazioni on line o metodi casuali”, ma in forme organizzate su scala transnazionale e tematiche.