“Chiediamo a gran forza che vengano subito attivate reti anche provvisorie per l’accoglienza immediata dei soggetti più vulnerabili. Come Chiese protestanti siamo pronti a collaborare con le istituzioni e le altre associazioni per cercare soluzioni legate a questa urgenza”. È l’appello lanciato da Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, all’indomani dello sbarco di oltre 300 persone a Lampedusa. “La situazione sull’isola è innegabilmente insostenibile, in primis per i migranti, costretti, dopo quello che hanno passato, in una struttura sovraffollata ma anche per i residenti e i turisti”, dice Naso, responsabile del programma della Fcei presente sull’isola dal 2013 e impegnata a gestire con le istituzioni e le associazioni i primi momenti degli sbarchi. “Siamo di fronte a un’emergenza che era però del tutto prevedibile, date le condizioni in Tunisia e in Libia”, scrive nella nota Naso. “Ribadiamo che l’unica strategia di contrasto alle migrazioni ‘irregolari’ è quella di aprire canali legali, sicuri e gestiti a livello europeo. Nel frattempo, la nostra massima solidarietà a chi continua a salvare vite nel Mediterraneo. Mentre altri gridano parole d’odio, che rischiano di chiamare violenza, noi scegliamo l’accoglienza. Il nostro cordoglio, infine, per la giovane vittima, portata a Lampedusa ieri dalla Louise Michel, per la quale stamattina abbiamo svolto un momento di raccoglimento e ricordo”.