“È necessario incoraggiare la soluzione pacifica del conflitto in Bielorussia, invitando all’abbandono dell’aggressività, al perdono e al dialogo, ma soprattutto alla preghiera”: lo ha affermato il presidente dei vescovi polacchi, mons. Stanisław Gadecki. Commentando l’attuale situazione a Minsk, il presule ha sottolineato “l’importanza dell’appello dei vescovi cattolici bielorussi al dialogo per il bene delle persone e di tutta la società”. Riferendosi al Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, l’arcivescovo di Poznan ha ricordato che “le autorità politiche devono garantire alla comunità le condizioni di una vita ordinata e onesta, non sostituendosi al libero agire delle persone o gruppi di persone, bensì regolandolo e indirizzandolo alla realizzazione del bene comune, nel rispetto dell’indipendenza soggettiva degli individui e dell’intera società”. Il presule inoltre ha posto l’accento sulla “necessità dell’esercizio del potere nei limiti dell’ordine morale”. Ai tempi dell’Urss, la Bielorussia era la repubblica più secolarizzata e ostile alla religione. Dopo il crollo del regime comunista, la rinascita della vita religiosa è stata piuttosto lenta. Secondo le stime sono credenti il 60 per cento circa dei bielorussi. Al contempo l’83 per cento degli abitanti dichiara la propria adesione alla cultura ortodossa, mente il 12 per cento circa al cattolicesimo.