Vita e morte continuano a sfidarsi, a volte in maniera prodigiosa, a volte meno. E anche questa estate ci ha offerto un paio di occasioni perlomeno singolari, su cui riflettere.
Dal Policlinico Gemelli di Roma è giunta notizia dell’esito positivo di un intervento fatto su un bambino mentre era ancora nella pancia della mamma. Il piccolo Tommaso poi è nato e sta bene. Mentre era in grembo alla madre si è scoperto che era affetto da una forma molto grave di spina bifida, una malformazione caratterizzata dalla mancata chiusura del tubo neurale a livello lombosacrale. I medici hanno fatto le loro valutazioni e la madre ha condiviso il progetto per cui un team composto da ginecologi ostetrici e neurochirurghi della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs e dell’Università Cattolica, è intervenuto correggendo la malformazione direttamente in utero alla ventiseiesima settimana di gravidanza. Che prodigiosa vittoria! Della scienza. Della vita.
Dall’altra parte invece, sempre a proposito di bambini che ancora sono nel grembo materno, eccoci a una nuova aberrante idea. Già sapevamo che l’aborto è omicidio praticabile con intervento, ma da qualche tempo anche con pastiglia: Ru486. Ora, la novità di questa calda estate sarebbe quella di liberare gli ospedali dalla presenza di donne che, chiedendo la pillola, hanno intenzione di abortire. Il ministro vuole che queste donne assumano la pillola a casa. In solitudine. Che prodigiosa sconfitta! Della Scienza. Della vita. Della nostra umanità.
Di fronte a questo prodigioso duello che continua, noi vogliamo continuare a fare il tifo per la vita. Quella del nascituro. Ma anche quella di sua madre. Di ogni madre. Di ogni donna, anche di quelle che si lasciano sfiorare dall’idea dell’aborto come una soluzione.
(*) direttore “Il Piccolo” (Faenza-Modigliana)