(Rimini) Il Coronavirus? Una tragedia innegabile, sì, ma anche una preziosissima opportunità, l’ultima, forse, per evitare di tornare al mondo di prima, già alla vigilia della pandemia inesorabilmente condannato dalla minaccia dei cambiamenti climatici, delle disuguaglianze economiche preludio di un’esplosione sociale e della disoccupazione di massa dovuta all’intelligenza artificiale. Muhammad Yunus, economista, padre del microcredito e per questo Premio Nobel per la pace 2006, al Meeting di Rimini ha lanciato un appello a sfruttare questa occasione – irripetibile – per creare un mondo nuovo. “Io non voglio tornare al mondo di prima – ha dichiarato in collegamento dal Bangladesh – eravamo a bordo di un treno ad alta velocità che viaggiava verso il disastro. Mancavano pochi anni al punto di non ritorno. Abbiamo l’opportunità per riscattarci, scendere dal treno e andare verso un’altra direzione. O andiamo verso la morte o costruiamo un mondo per la vita”. Come? Partendo da noi stessi: “I Governi hanno un ruolo, ma anche noi possiamo prendere una decisione fin da subito, scegliendo di cambiare i consumi, non usare più la plastica o mangiare carne di manzo, che contribuisce al surriscaldamento globale”. Si può fare ancora di più: “Oltre ad agire dal lato consumatore possiamo agire dal lato business, creando imprese dedicate alle energie rinnovabili. Social business, però, è anche rifornire acqua pulita alle famiglie che non ce l’hanno o assumere disoccupati perché diventino a loro volta imprenditori”. Anche gli Stati e le grandi aziende sono chiamate a fare la loro parte: “Il denaro pubblico dovrebbe essere impiegato non per tornare al mondo di prima, con plastica e combustibili fossili, ma per l’energia verde e un mondo più sano. Anche i Ceo delle multinazionali sono persone e possono cambiare le loro aziende”. In un mondo del quale il Coronavirus ha dimostrato le debolezze e le incapacità – come la scelta degli Usa di indebolire l’Oms – all’Europa spetta un ruolo di leadership: “Così il cambiamento arriverà presto. Le aziende che produrranno il vaccino sono in Europa e negli Usa: il vaccino sia un bene globale comune, senza brevetto, come fu il vaccino contro la polio”.