(da Rimini) “Il calcio è una grande risorsa per il mondo della cooperazione perché ci permette di veicolare i grandi obiettivi che ci stiamo ponendo attraverso personaggi che hanno un grande seguito e grande capacità di incidere su opinione pubblica”. Così Emanuela Claudia Del Re, vice ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è intervenuta al Meeting di Rimini all’incontro “#inostrigoal. Calcio e cooperazione giocano nella stessa squadra”, promosso in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Associazione Italiana Calciatori (Aic) e Sky Sport. “Il calcio – ha affermato al Sir la vice ministra, a margine dell’incontro – è una battaglia sana che non preclude nulla alla squadra che esce sconfitta che potrà continuare a giocare e avere altre occasioni per rimettersi in gioco. Quei piccoli gruppi di facinorosi che si muovono con atti violenti e razzisti non possono certo rappresentare questo grande mondo”. “Il calcio – ha spiegato – ci insegna a metterci in gioco con sfide positive per crescere” come dimostra l’iniziativa presentata a Rimini in cui la cooperazione italiana è impegnata con l’Aic e Avsi, come partner tecnico, nel campo dell’inclusione sociale necessaria a favorire “una corretta e felice crescita psicofisica di bambini e bambine in Uganda e Giordania”.
“La Cooperazione Internazionale è lo specchio della nostra società, segno di un’Italia che crede nei grandi valori – ha ribadito Del Re – la cooperazione è impegnata non solo nella ricerca di un vaccino, ma nella soluzione dei grandi problemi che l’agenda 2030 si pone come obiettivi. Risolvere tutti i problemi del mondo in dieci anni sembra quasi impossibile, ma bisogna un po’ sognare. Le risorse le abbiamo, gli strumenti ci sono, tante persone vogliono rimboccarsi le maniche e ci sono grandi personaggi con grande seguito di pubblico che possono darci una mano”. Ma ci sono anche tantissimi giovani che, ha spiegato ancora al Sir la vice ministra, “sono molto impegnati nel sociale. Basti pensare che in Italia ci sono 6 milioni di persone attive nel volontariato. Non possiamo non pensare che questo faccia parte del nostro Dna. È una gioventù estremamente consapevole dei problemi del mondo. Spesso denigriamo i giovani pensando che siano superficiali solo perché utilizzano i social. Io credo invece che sia una generazione forse anche più capace di reagire ai problemi del mondo di quanto non fossimo noi”. Riferendosi, infine, al discorso di Mario Draghi che dal palco del Meeting ha chiesto maggiori investimenti sui giovani, Del Re ha ribadito che “essi non appartengono ad una riserva indiana ma devono essere parte di tutti i processi decisionali. Vanno fatti passi politici affinché i giovani siano una categoria basilare della società. Una sfida fondamentale per noi è quella di creare le opportunità perché i giovani possano scegliere di restare nei loro Paesi e mettere in atto le loro idee. Ci sono tantissimi giovani ricchi di talenti che devono essere messi in condizioni di sfruttare le loro idee e proposte”.