Ieri sera, su invito dell’arcivescovo di Minsk, mons. Tadeusz Kondrusiewicz, rappresentanti di varie denominazioni cristiane, ebrei e musulmani si sono riuniti a Minsk per una preghiera per la Bielorussia in contemporanea all’iniziativa europea promossa in solidarietà con il popolo bielorusso dalle Commissioni europee per la Giustizia e la Pace. Secondo quanto riporta oggi il sito della Conferenza episcopale bielorussa, Catholic.by, prima di recarsi in chiesa, l’arcivescovo Kondrusiewicz si è fermato vicino al carcere di custodia cautelare, in via Valadarski, e ha parlato con le persone radunate, che protestavano contro le detenzioni illegali e hanno recitato un mistero del Santo Rosario. Alle 19, ha quindi preso inizio la preghiera con i rappresentanti delle diverse fedi religiose del Paese. “Cari fratelli e sorelle – ha detto l’arcivescovo – stiamo attraversando un momento molto difficile della storia del nostro Paese. Il fratello ha alzato la mano contro suo fratello: in una mano una pietra, nell’altra un’arma. Non sappiamo cosa potrebbe succedere domani “.
Non è la prima volta che i leader religiosi si incontrano per pregare: a marzo si erano dati appuntamento per chiedere la liberazione dalla pandemia di coronavirus. Questa volta, ha detto mons. Kondrusiewicz, il Paese sta affrontando una “pandemia di menzogne e odio che sta distruggendo il Paese”. “Possa il nostro incontro di oggi aiutarci a costruire uno spirito di solidarietà tra di noi, tra persone di diverse lingue, diverse religioni ma tutti cittadini del nostro Paese. Abbiamo tutti un passaporto, apparteniamo a un solo Paese e dobbiamo formare un’unica famiglia. È molto importante stare insieme e chiedere al Padre celeste il dono dell’unità”. Alla preghiera è intervenuto anche il rappresentante della Chiesa ortodossa bielorussa, l’arciprete Alexander Shymbalyo, a nome dell’esarca patriarcale di tutta la Bielorussia, il metropolita Pavel di Minsk e Zaslavl. Anche la Chiesa ortodossa ha lanciato un appello alla pace: “Tutte le questioni possono essere risolte pacificamente e, cosa più importante, preghiamo Dio di cambiare gli animi e i cuori di quelle persone che hanno intrapreso il percorso della crudeltà, dell’odio; solo insieme, l’intero Paese può essere guarito”. “Misericordia” e “giudizio”, ha invocato il rabbino capo Ryhor Abramovich che al termine del suo discorso ha intonato una preghiera in ebraico. Infine, ha preso la parola il presidente del Consiglio degli imam Dmitry Radkevich, esprimendo un augurio di pace e “la fine della violenza, per un futuro luminoso del Paese”.