“Ricordiamoci bene: un sacerdozio calmo non è un sacerdozio vero; un apostolato tranquillo non è un apostolato moderno; una forma di vita ecclesiastica comoda non interpreta né il genio del Vangelo, né il bisogno dei tempi! Siamo dei candidati ad una vita affannata, ad una vita tesa, ad una vita sacrificata”. Con queste parole di san Paolo VI, pronunciate il 14 novembre 1957, quando era ancora arcivescovo di Milano, mons. Giovanni Ricchiuti, arcivescovo-vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, ha salutato l’ordinazione presbiterale del diacono Paolo Dantile celebrata il 6 agosto, nel santuario Maria SS. del Buoncammino, ad Altamura. Secondo quanto riferisce oggi la diocesi, mons. Ricchiuti ha augurato al nuovo sacerdote di “seguire il Signore, prima di tutto; persino, prima di servirLo, disponibile ad andare dietro di Lui (non dimenticare mai questo avverbio di luogo!), ad amarLo più di quanto tu possa amare gli altri, ad essere davvero un alter Christus: non chiuso dentro un’aurea di sacralità rituale e individualistica, ma incamminato sui passi del Maestro e Signore Gesù, con mitezza, umiltà, povertà, con il cuore indiviso e obbediente alla Chiesa! E tutto questo, per sempre, senza mai voltarti indietro”. “Questo popolo di Dio si attende molto dal tuo servizio presbiterale: comunione con il tuo vescovo e con i tuoi nuovi fratelli presbiteri, gioiosa e infaticabile dedizione, amore per i poveri, ma soprattutto – è stata la conclusione – che tu sia uomo di Dio”.