“È il coronamento di uno sforzo che la città, le persone, i lavoratori hanno fatto per un anno. Però va ricordato quello che è stato l’antefatto, cioè il crollo del vecchio ponte e cosa non ha funzionato in questo dramma che abbiamo vissuto e che si è ripercosso sulla città, sui cittadini e su tante aziende”: le parole che Enrico Grasso, presidente delle Acli Genova, dice al Sir nel giorno dell’inaugurazione del nuovo ponte nel capoluogo ligure. “Il modello Genova, come è stato chiamato, può far capire come in Italia le cose si possono fare presto e bene, rispettando i tempi, le regole, togliendo un po’ di burocrazia e senza rinunciare alla sicurezza”, dichiara Grasso che vede in questo l’esempio di come debbano essere fatte le cose in Italia, tenendo conto delle norme e vigilando sulle procedure da rispettare. “Un conto è realizzare le opere rispettando le procedure e come devono essere fatte, un conto è rallentare tutto quello che serve per senza ragione… C’è sicuramente molto da imparare, speriamo che chi è chiamato a dare corso alle tante opere necessarie al Paese ne tenga conto”. Un atteggiamento tutto italiano che, secondo il presidente delle Acli di Genova, si sta ripercuotendo particolarmente sui cittadini genovesi che stanno subendo grossi problemi di viabilità, anche a causa dei controlli sulle numerose gallerie che contraddistinguono i tracciati autostradali del territorio ligure.
“Tanti lavori che potevano essere realizzati nel tempo, purtroppo adesso si stanno facendo tutte assieme. Non è strettamente legato all’opera che si inaugura oggi, però fa capire che la vigilanza sulla sicurezza delle opere pubbliche deve essere fatta sempre nel corso dell’anno, invece molto spesso in Italia, le verifiche si fanno quando succede qualcosa: quando crolla un ponte o un pezzo di galleria. Allora sull’onda dell’opinione pubblica si procede”. Trarre insegnamento da queste situazioni, questo è il centro dell’intervento di Enrico Grasso che, da genovese, è orgoglioso del lavoro compiuto e nutre la speranza che tutto possa tornare alla normalità, nella viabilità così come nel mondo del lavoro, per il quale serve un’iniezione di fiducia per le persone che può arrivare da questo nuovo ponte, ma che deve poter contare sull’apporto – dice – della politica regionale che si rinnoverà nelle elezioni del prossimo 20 settembre. “Certo è che tutte le aziende che hanno chiuso non riapriranno improvvisamente dopo l’inaugurazione del ponte, c’è da lavorare molto”, conclude il presidente Acli che alla politica chiede che ai proclami seguano i fatti.