Coronavirus Covid-19: vescovi Triveneto, “quest’esperienza ci chiede uno sguardo nuovo, ma senza dimenticare i passi fatti finora per annuncio e catechesi”

Nella mattinata di oggi i vescovi della Conferenza episcopale Triveneto (Cet) si sono nuovamente ritrovati – con la modalità della videoconferenza e sotto la presidenza del patriarca Francesco Moraglia – per affrontare due temi principali: un approfondimento su questioni e criticità pastorali in questo tempo di pandemia e legate alla ripresa delle celebrazioni dei sacramenti e dell’attività nei prossimi mesi (anche a seguito di quanto indicato nella recente lettera della Presidenza della Cei) e poi un aggiornamento sulle problematiche relative alle scuole paritarie e alla prossima ripresa scolastica.
Sul primo punto i vescovi hanno dialogato su “priorità, contenuti, impostazioni e modalità dell’azione pastorale in questi mesi particolari”, rilevando “l’importante opportunità che questo tempo sta offrendo ad ogni comunità per ravvivare la fede, rinnovare la stessa vita ecclesiale ed introdurre anche scenari nuovi nell’annuncio del Vangelo alle persone, alle famiglie e nella società attuale”.
Nel corso della riunione è stato presentato il documento che la Commissione regionale triveneta per l’annuncio, la dottrina della fede e la catechesi – il vescovo delegato è mons. Corrado Pizziolo – ha redatto nei giorni scorsi, dal titolo “Ascolto e indicazioni per l’annuncio e la catechesi: dall’esperienza Covid-19”, nel quale sono esplicitati alcuni criteri e orientamenti sulla catechesi e, più precisamente, sull’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi.
“Siamo consapevoli – si osserva nel testo – che quest’esperienza mette in questione prassi, abitudini, comportamenti ormai consolidati: ci chiede la capacità di uno sguardo nuovo, ma senza dimenticare i passi fatti finora nell’evangelizzazione, nell’annuncio e nella catechesi di iniziazione cristiana, dei giovani e degli adulti”. “Il servizio che vede impegnate le nostre Chiese – prosegue il documento – non è rivolto ad alcuni e non si accontenta di rispondere a chi ci interpella per domande puntuali o cammini di fede, ma si propone che il Vangelo sia annunciato a tutti. Siamo invitati ad un reale discernimento su più fronti: sul tempo che stiamo vivendo; sulla vita e sulle scelte delle nostre comunità perché siano luoghi di relazioni evangeliche; sul cammino di fede di ciascuno, perché il nostro servizio non si limiti ad assicurare la celebrazione ma possa accompagnare all’incontro con Gesù… Iniziare alla fede in Gesù Cristo nella comunità è un’esigenza ancora attuale per dare luce all’esistenza, in un tempo ricco di grandi interrogativi”.

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