Quando il Covid è occasione per fare rete stabile tra realtà di volontariato. Accade sul litorale Sud della provincia di Roma, dove da Anzio-Nettuno a Torvaianica diverse comunità che animano la carità per la diocesi di Albano si sono messe insieme per un sostegno più efficace a famiglie disagiate e persone senza fissa dimora. “Siamo passati dall’ospitare nella mensa 10-12 persone al giorno a distribuire 25-30 pasti, in contenitori completi per il fabbisogno minimo”, racconta al Sir don Giuseppe Bisceglie, parroco al Sacro Cuore di Gesù ad Anzio e responsabile del centro di accoglienza per donne e bambini “Don Orione”, che coordina l’iniziativa. “Molti sono stranieri, soprattutto indiani, ma ci sono almeno una decina di italiani, anche donne, che hanno perso il lavoro”. La catena di solidarietà, su impulso della Caritas diocesana, coinvolge le Figlie di Maria Ausiliatrice di Castel Gandolfo e le Missionarie dell’Incarnazione a Torvaianica, che a turno preparano alcuni pasti; un gruppo di giovani volontari, che aiutano da quando il coronavirus ha costretto a casa i più anziani; la Comunità di Sant’Egidio, che due sere a settimana distribuisce pasti nelle stazioni di Anzio e Nettuno e anche persone prima utenti dei servizi che durante l’emergenza sono diventate volontarie. “Grandi aziende come Palmolive e Sodexo ci aiutano in maniera costante, come anche ristoranti locali. Ma ci sono anche persone che vivono qui e, vedendo gente in fila davanti alla parrocchia durante l’emergenza, hanno iniziato a donare – prosegue don Bisceglie –. Non sappiamo come evolverà l’emergenza, ma i poveri resteranno con noi e abbiamo fiducia nell’aiuto della Provvidenza”.