“È allarme nelle campagne italiane dove occorre da subito dare la possibilità alle aziende agricole di effettuare i tamponi ai lavoratori stranieri per salvare i raccolti e l’imminente vendemmia messi a rischio dalla chiusura delle frontiere per la pandemia”. Ad affermarlo è il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, che ha inviato una lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza, in riferimento alla proroga dello stato di emergenza.
“La pur legittima ordinanza che dispone la quarantena per i cittadini che negli ultimi 14 giorni abbiano soggiornato in Romania e Bulgaria – sottolinea Coldiretti – priva di fatto le imprese agricole del supporto degli oltre centomila stagionali che arrivano ogni anno dalla Romania, la comunità più presente nei campi italiani, e di circa diecimila bulgari, proprio nella fase più delicata della stagione, con l’attività di raccolta che è stata peraltro anticipata a causa del caldo”.
“Ferme restando le necessità di non abbassare l’attuale livello di attenzione alla sicurezza sanitaria, che condividiamo come cittadini e come imprenditori – scrive Prandini –, occorre trovare delle soluzioni alternative per evitare di compromettere gravemente il risultato dell’intera annata agraria”. “Le nostre imprese – continua il presidente di Coldiretti – si sono dette da subito disponibili a farsi carico dei costi per sottoporre al tampone i lavoratori stranieri così da dare loro la possibilità di partecipare alle operazioni di raccolta, ovviamente in caso di risultato negativo”.
“Una soluzione peraltro – ricorda l’associazione – che va nella piena direzione della tutela della salute pubblica mentre a Roma scattano i test per i passeggeri dei bus provenienti dai Paesi a rischio”.
Oltre alle operazioni di raccolta estive, che vanno dalla frutta agli ortaggi, il vincolo della quarantena potrebbe limitare anche gli arrivi per la vendemmia che tradizionalmente inizia in Italia ad agosto e, per alcune uve, si conclude addirittura a novembre. Coldiretti chiede inoltre di provvedere alla pubblicazione del nuovo decreto flussi ma di procedere anche a una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà.