Alcune fraternità di Clarisse d’Italia si sono ritrovare insieme virtualmente per un incontro con la biblista Rosanna Virgili, per riflettere sulla “Fraternità nella Sacra Scrittura”. Alcuni sacerdoti, consacrati/e e laici, avendo saputo dell’iniziativa, hanno chiesto di partecipare alla riunione e le fraternità hanno accolto la richiesta.
Nell’ultimo documento “La conversione pastorale”, indirizzato a tutta la Chiesa e, quindi, a tutti gli uomini e le donne che seguono il Signore nei diversi stati di vita, è scritto che “Papa Francesco ha ricordato l’importanza della creatività, che significa cercare strade nuove, ossia cercare la strada perché il Vangelo sia annunciato” (n. 1) e che occorre che tutte le componenti delle comunità non solo annuncino il Vangelo, ma che coltivino l’amicizia con Gesù Cristo, perché qualifichino il loro stare insieme nella fede, per offrire “un orizzonte di senso e di vita” (id. n. 3).
Interrogarsi oggi sulla fraternità è urgente, perché la riflessione personale e comune può liberare dalla visione ristretta dei piccoli orticelli garantiti, per aprire lo sguardo all’oggi di Dio e di tutta l’umanità, al di là della nazionalità di appartenenza, della lingua, della religione.
Tre giorni insieme attraverso una piattaforma digitale, ascoltando gli interventi biblici di Rosanna Virgili sulla fraternità, ci hanno permesso, pur rimanendo nel proprio ambiente, di fare esperienza di Chiesa.
La biblista ha guidato i partecipanti al confronto costante con la Parola, ha stimolato la verifica personale, fraterna, dei gruppi e delle coppie. Partendo dall’esperienza della fraternità mancata – Caino e Abele – ha invitato a scegliere costantemente nelle relazioni se lasciarsi guidare dalla bestia che è in noi o dalla sapienza che fa progredire verso l’adultità, condizione che crea spazi di fraternità.In questo tempo, con la pandemia, abbiamo perso molte certezze e, ancora oggi, non riusciamo a vedere ciò che è veramente importante nella vita, perché fermi nel passato. Eppure il nuovo è già con noi, pur trovando tanta resistenza nel farsi riconoscere in tutta la sua novità da tutti. Per ripartire non ci resta che cogliere l’essenziale della vita: la cura della relazione con Dio e con gli uomini e le donne con cui abitiamo, con quelli della porta accanto, con coloro che incontriamo, con i simpatici e gli antipatici…
Saremo credibili come cristiani se la relazione con Dio ci permette di renderlo visibile nella storia attraverso la vita evangelica, umana, personale e fraterna. In questo tempo Gesù Cristo continua ad essere veramente compagno di viaggio di tutti, anche se distratti, presi da mille problemi, delusi, preoccupati, proprio come è successo ai discepoli di Emmaus che, lungo il cammino, non riconoscono la presenza di Gesù.
Altro elemento essenziale per la credibilità della vita cristiana è la cura delle relazioni fraterne, luogo sacro dove si gioca l’autenticità della testimonianza. Rosanna Virgili, oltre ad essere biblista, è donna credente, sposa e madre, e dimostra non solo una chiara consapevolezza di sé nella Chiesa, ma anche la capacità di profonda comunione con le persone che appartengono ad un diverso stato di vita.
Attraverso il confronto con la Parola, ha evidenziato che la qualità della cura delle relazioni ci consente di capire se stiamo costruendo la fraternità secondo il progetto di Dio o se siamo causa di distruzione. La presentazione di alcune esperienze di personaggi biblici hanno fatto cogliere le diverse sfaccettature relazionali: Caino che rimane sul piano dei rapporti a livello istintivo e considera Abele un impedimento alla sua realizzazione e lo uccide; la mancata “sororità” tra Rachele e Lia che, a causa del sentimento di gelosia, sono in continua lotta intestina; Mosè ed Aronne, pur essendo fratelli molto diversi, sono inviati insieme da Dio per liberare il popolo di Israele; Davide e Gionata che si consegnano e si donano l’uno all’altro nella gratuità; Elisabetta e Maria che credono alla benedizione di Dio sui loro figli e dimostrano quale segno della sororità vissuta e abbracciata la gioia, frutto di una maternità non possessiva ma transitiva; Pietro e Giacomo che testimoniano il Risorto in luoghi diversi, nella fedeltà e aperti al futuro e nel dono di sé fino al martirio; l’esperienza di Pietro nella casa di Maria, una laica, madre di Giovanni, detto Marco, dove partecipa alla preghiera di una comunità non istituita.
La biblista ha ricordato, inoltre, che
la fraternità è una necessità per il mondo di oggi
e che perciò è urgente creare e custodire ovunque oasi di fraternità, quale risposta costruttiva in questa società piuttosto conflittuale, per poter vivere secondo la gratuità dell’amore.
Forse è giunto il tempo di superare gli steccati, per aiutarci a vivere il Vangelo al di là del proprio stato di vita ed essere testimoni del Signore Risorto?