“La criminalità organizzata ha una liquidità immediata da offrire a chi versa in cattive acque, acquisendo nei fatti le attività di chi le si rivolge per ottenere prestiti e, alla fine, resta titolare solo come prestanome”. In un’intervista al Sir, mons. Alberto D’Urso, presidente della Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II, evidenzia questo rischio molto concreto in un periodo di crisi, come quello attuale segnato dall’emergenza sanitaria e sociale a causa del Covid-19.
Tra l’altro, precisa il sacerdote, “ora le mafie sono disposte a prestare denaro agli stessi interessi delle banche, ma mentre queste ultime prima di erogare un prestito ‘perdono tempo’ per avere le garanzie, le organizzazioni criminali hanno come garanzie la manovalanza che così acquistano, le mogli, i mariti, le figlie e i figli dei loro debitori minacciati, la droga, la prostituzione. Quindi, il mondo dell’illegalità ha abbassato gli interessi dei soldi che presta pur di avere un mercato più aperto dove poter operare. Inoltre, si guadagnano così consensi sul territorio perché la gente disperata non può aspettare tempi lunghi, ha bisogno di mettere a tavola il pane quotidiano”. Mons. D’Urso avverte: “Anche tutte le promesse fatte dal Governo su quello che darà l’anno venturo sono tante parole, ma la gente ha fame oggi”.
Di qui l’appello della Consulta nazionale antiusura: “Se i soldi ci sono bisogna che il Governo non aspetti, ma li dia subito per ridurre il bacino di persone fragili che più facilmente possono cadere nella rete della criminalità”. Mons. D’Urso ricorda poi un’altra emergenza: “Molte persone, che hanno perso il lavoro, ora rischiano di perdere anche la casa perché hanno difficoltà a pagare le rate del mutuo. Le case saranno svendute all’asta. Noi abbiamo chiesto di sospendere le rate almeno fino a dicembre, ma il governo è sordo e non va dal dottore. Fa le leggi contro l’usura ma poi nei fatti non cerca di stroncare i fenomeni che la favoriscono”. E conclude: “È necessario pensare a un sistema economico che sia in grado di produrre e distribuire ricchezza e occupazione. È l’unica via per contrastare la povertà e le disuguaglianze, cunei in cui si infiltra l’usura, a favore dell’equità sociale ed economica”.