La Facoltà di Giurisprudenza dell’Università cattolica argentina (Uca) ha pubblicato un documento intitolato “Affrontare l’aborto come politica pubblica… Anche nella città di Buenos Aires”, a seguito della recente decisione del Governo della Provincia della capitale di aderire al cosiddetto “Protocollo nazionale per l’assistenza completa delle persone con diritto alla cessazione legale della gravidanza”, emanato dal Ministero della Salute della Nazione.
Questa decisione “molto grave”, secondo il documento, è ora “consolidata come politica pubblica e si pretende di proteggerla attraverso una legge chiaramente incostituzionale, che non resiste alla minima analisi legale”. Pare proprio, secondo l’Università, che al Governo della città manchino “le argomentazioni scientifiche e morali relative all’inizio della vita dell’essere umano e il diritto assoluto alla vita fin dal concepimento”.
Il fatto, poi, che “questa politica pubblica sia consolidata in modo iniquo nel quadro dell’attuale pandemia mostra l’ipocrisia totale di coloro che sostengono che l’esercizio dei diritti e delle libertà può essere temporaneamente compromesso per preservare la vita umana, il cui disprezzo è ora formalmente ratificato dalla maggioranza dei legislatori della città”.
La Facoltà di Giurisprudenza dell’Uca ritiene invece necessario “il più ampio e profondo dibattito sul contenuto e la portata dell’attuale ordinamento costituzionale argentino in materia di diritto alla vita del nascituro”.