“L’adozione del Recovery plan dell’Ue è una buona notizia per i 60 milioni di persone in tutta l’Ue che dipendono da rapidi investimenti per salvare il proprio lavoro o evitare la disoccupazione di lunga durata”. Reagisce con soddisfazione la Confederazione europea delle organizzazione sindacali (Etuc) alla notizia dell’accordo raggiunto al Consiglio europeo e ringrazia i presidenti del Consiglio Charles Michel e della Commissione Ursula von der Leyen, oltre che i leader più lungimiranti, “per la loro perseveranza nel raggiungere un accordo nei negoziati Ue più difficili di sempre”. Bene la scelta di finanziare il piano di risanamento tramite Eurobond garantiti direttamente dall’Ue, male “la riduzione dell’importo delle sovvenzioni a fondo perduto” perché “comporta un taglio inaccettabile per il Just transition Fund e per le misure sanitarie”. Insoddisfazione anche per il bilancio complessivo che non è consistente a sufficienza per compiere la trasformazione verde e digitale e per distribuire risorse adeguate per la coesione e le priorità sociali. Nel comunicato diffuso dalla Confederazione il dito è puntato sui Paesi frugali che hanno voluto tagliare i fondi e introdurre il controllo del Consiglio sui piani di ripresa nazionali ma non hanno rinunciato “al loro interesse egoistico di aumentare i ‘rebates’ e preservare i paradisi fiscali” e hanno “sacrificato il rispetto dello Stato di diritto”. “Resteremo vigili”, avvisa la Confederazione che ritiene ora urgente “la riforma della governance e dei processi decisionale dell’Ue, per impedire a una manciata di governi antieuropei di distruggere il progetto dell’Ue, il che rende la Conferenza sul futuro dell’Europa ancora più cruciale dopo questo vertice”.