“I giudizi sulla situazione economica generale nel secondo trimestre del 2020 sono peggiorati rispetto alla precedente indagine condotta in marzo”. È quanto emerge dall’“Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita” condotta dalla Banca d’Italia tra il 25 maggio e il 17 giugno 2020 presso le imprese italiane con almeno 50 addetti.
“Le imprese – si legge nella sintesi diffusa oggi – riportano una ampia flessione della domanda corrente. Le attese a breve termine sulle vendite sono invece meno pessimistiche, così come quelle sulle proprie condizioni operative”. Inoltre, “la maggioranza delle imprese indica che il proprio fatturato ha subito una riduzione a causa della pandemia e prefigura che la propria attività torni ai livelli prevalenti prima della crisi sanitaria in poco meno di un anno; solo il 3% delle aziende ritiene di non poter più tornare a livelli di fatturato pari a quelli precedenti la diffusione del Covid-19”.
Anche “i giudizi delle imprese sulle condizioni di accesso al credito sono lievemente peggiorati rispetto al trimestre precedente”. “Circa metà delle imprese ha avanzato richiesta di liquidità nel quadro delle misure di supporto introdotte dai recenti decreti governativi, riuscendo ad accedervi in forma totale o parziale nel 70% dei casi”.
Pure “le condizioni per investire sono valutate in peggioramento”: ciò prefigura “una riduzione degli investimenti nel complesso del 2020, riconducibile soprattutto alla caduta già registrata nella prima metà dell’anno”. Per quanto riguarda le attese sull’occupazione, queste “restano sfavorevoli nel settore dell’industria in senso stretto e nei servizi, mentre sono tornate positive nell’edilizia”. Infine “le attese sull’inflazione al consumo sono lievemente diminuite su tutti gli orizzonti temporali. I prezzi di vendita praticati dalle imprese hanno ulteriormente rallentato rispetto al trimestre precedente e le attese per i prossimi 12 mesi ne prefigurano incrementi molto modesti”.