Un fenomeno che è diventato noto come “Ciclone Bomba” ha colpito tutte le regioni dello Stato di Santa Catarina e parti degli Stati del Rio Grande do Sul e Paraná, nel Sud del Brasile, lo scorso martedì 30 giugno. Il governo di Santa Catarina ha deciso di dichiarare uno stato di calamità pubblica dopo il ciclone, che ha causato danni in oltre 100 città e causato almeno nove morti. Due le persone disperse. Tempeste di vento nei giorni scorsi hanno colpito, più a Nord, anche gli Stati di Espirito Santo (tre morti) e Rio de Janeiro.
Il ciclone extratropicale, che è composto da una zona a bassa pressione e si abbatte con raffiche di vento di oltre 130 chilometri all’ora, ha iniziato a formarsi nel Nord dell’Argentina e si è trasferito nell’Oceano Atlantico, passando attraverso il Sud del Brasile. I problemi causati dalla pandemia di Covid-19 rendono ancora più difficile per la Protezione civile portare i soccorsi e quantificare la portata dei danni causati dalla calamità naturale.
Oltre alla distruzione di numerosi edifici, circa il 50% della popolazione di Santa Catarina è rimasto senza elettricità per 24 ore. Molte le chiese danneggiate. Una delle più colpite è stata la parrocchia di Nossa Senhora dos Navegantes, nell’arcidiocesi di Florianópolis. Scoperchiato, poi, il tetto della parrocchia di Garuva, nella diocesi di Joinville. La Caritas si è subito attivata, soccorrendo le circa trenta famiglie rimaste senza casa e cercando di effettuare un primo bilancio dei danni.