Gli emendamenti alla Costituzione della Federazione Russa sono stati votati dal 77,92% degli elettori che si sono recati alle urne, secondo i dati diffusi questa mattina dalla Commissione elettorale centrale (Cec). Hanno votato il 65% degli elettori, ma non c’era una soglia per l’affluenza; contrari il 21,27% dei votanti. La votazione – possibile on line e ai seggi ma anche davanti ai supermercati, per strada, ovunque con lo scopo di evitare assembramenti e coinvolgere più persone possibili – era iniziata il 25 giugno e si è conclusa ieri, 1° luglio, alle 21 (ora di Mosca). I voti sono stati conteggiati giorno per giorno. Per lo storico oppositore di Putin, Aleksej Navalnij, “questi risultati sono falsi e una bugia enorme”, come ha scritto sul suo blog, denunciando il fatto che per questo voto è stata sospesa la “legge sulle garanzie dei diritti elettorali” e non c’è stato nessun controllo sullo svolgimento. La direttrice del Cec Ella Pamfilova ha riferito che “la Commissione è a conoscenza di quattro casi di violazioni” che non sono tali da “influenzare il risultato della votazione”. Il pacchetto votato comprendeva 200 emendamenti; quello più significativo – attorno a cui, secondo Navalnij, Putin ha organizzato tutto questo “show” – è quello che dà a Putin la possibilità di restare al potere fino al 2036, cioè per altri due mandati. Il ruolo del capo dello Stato sarà comunque più forte con la nuova Costituzione. Tra gli emendamenti l’estensione dei poteri della Duma che dovrà approvare le nomine del primo ministro e dei membri del governo da parte del capo dello Stato. Un emendamento sancisce la priorità della Legge fondamentale del Paese sugli accordi e le norme internazionali.