“La politica o si fa profezia o è fine a se stessa. Oggi, più che mai, c’è l’urgente bisogno di saper incarnare la profondità dei problemi che incombono, come l’accoglienza degli sfollati, la lotta per la piena occupazione e la ripartenza post pandemia da Covid-19”. Lo afferma Francesco Garofalo, presidente del Centro studi “Giorgio La Pira” di Cassano all’Jonio. “Sganciando, poi, l’azione politica dalla mistica, si corre il rischio di guardare ai bisogni essenziali e primari, in maniera asettica, perché priva di quell’amore necessario in grado di orientare lo sguardo alle piaghe vive di ogni singola donna e uomo”. Ed è proprio questa la sfida indicata da Garofalo: “Affrontarle con la tensione etica e morale capace di svincolarsi dalla pura gestione dell’esistenza”. E, ancora, si chiede di evitare “lo scambio corporativo”, ma, al contrario, di “saper generare futuro e dare speranza, soprattutto, alle giovani generazioni, desiderose di affermare i propri talenti”. “Se la politica non si pone la questione dell’edificazione dell’azione di governo a ogni livello nel suo senso più ampio, di proposta e identificazione di un’esistenza piena e risolta positivamente, articolata nell’acquisizione e nel rispetto reciproco di diritti e doveri – ha concluso -, è una politica artificiale, che non sarà mai capace di farsi interprete dei reali problemi che oggi il Paese vive”.