Le organizzazioni ecclesiali di Salisburgo hanno lanciato un appello urgente al governo federale con la richiesta di riaprire le frontiere austriache per ammettere rifugiati. La richiesta tiene conto dei gravi disagi e della crisi generati dal Covid-19 che ha colpito duramente la popolazione, “ma questi problemi non debbono far diventare ciechi davanti ai bisogni altrui”, è scritto nell’appello presentato dal “Gruppo di lavoro ecumenico di Salisburgo” (Öak) insieme con numerose organizzazioni ecclesiali. Gli estensori della petizione ribadiscono che “ora è il momento di sensibilizzare le persone sulla catastrofica situazione dei rifugiati ai confini dell’Europa”. Il documento salisburghese richiama in particolare l’appello dei vescovi austriaci di questa Pentescoste con la richiesta di far entrare in Austria un “equo contingente di richiedenti asilo e sfollati”. Con grande preoccupazione vengono ricordate “le disumane condizioni di vita di coloro che cercano protezione” e allo stesso tempo si lamenta che “la dignità della popolazione è massicciamente violentata dalle circostanze nei campi dei rifugiati”. Il governo è chiamato a “dare un segnale urgentemente necessario di umanità nel campo della politica dei rifugiati”, e a mostrare “umanità ed empatia transnazionali” nell’aiutare i rifugiati.
All’Öak aderiscono rappresentanze ufficiali della Chiesa cattolica romana, delle antiche Chiese cattoliche, evangeliche, rumene ortodosse e serbo ortodosse oltre a varie espressioni ecclesiali locali e gli uffici della Chiesa salisburghese per l’asilo e i rifugiati.