“La guerra contro i bambini in Siria è stata una delle più brutali della storia recente. Da quando è iniziata la crisi sono nati quasi 6 milioni di bambini siriani. Non conoscono altro che la guerra e lo sfollamento. In media, in Siria è stato ucciso un bambino ogni 10 ore a causa della violenza e più di 2,5 milioni di bambini sono stati sradicati e costretti a fuggire nei Paesi vicini in cerca di sicurezza”: a ricordarlo, nel giorno in cui a Bruxelles si tiene la quarta Conferenza per la Siria, è il presidente di Unicef Italia, Francesco Samengo. Secondo un sondaggio d’opinione, condotto recentemente da Gallup International/Orb International e riportato da Unicef, sulle maggiori sfide e preoccupazioni delle famiglie siriane a quasi un decennio dall’inizio della guerra, emerge che “i bambini hanno pagato il prezzo più alto in questo conflitto. I danni psicologici e l’impatto sulla salute mentale sono stati identificati come gravi quanto le ferite fisiche. La maggior parte dei siriani intervistati ha sperimentato in prima persona lo sfollamento, il ferimento o la morte di una persona cara. L’istruzione è stata identificata come la più grande sfida per le famiglie in Siria, seguita dalla povertà, dall’accesso all’assistenza sanitaria e dalle cure per gli orfani. Tra le priorità principali per i bambini, emerge il ritorno all’istruzione e l’accesso all’assistenza sanitaria e dall’assistenza agli orfani”. Sono circa 2,8 milioni i bambini siriani che non vanno a scuola, ma quasi 5 milioni di bambini in Siria e nei Paesi vicini continuano ad avere accesso all’istruzione nonostante le difficoltà. Ciò è dovuto in gran parte agli sforzi degli insegnanti, del personale scolastico, dei partner sul campo e al generoso sostegno dei donatori dell’Unicef. “Mentre i donatori si riuniscono a Bruxelles per un’altra Conferenza per la Siria – afferma Ted Chaiban, direttore regionale dell’Unicef in Medio Oriente e Nord Africa -, vorremmo ringraziare tutti i nostri donatori per la generosità senza precedenti. Chiediamo loro di mantenere la loro generosità verso i bambini della Siria e dei Paesi vicini in modo che i bambini possano recuperare gli anni di istruzione perduti o continuare la loro istruzione”.