“Senza vergogna, quando il nostro Paese ha appena vissuto una crisi sanitaria che l’ha messo in ginocchio, la priorità del governo è di fare adottare dall’Assemblea nazionale la proposta di legge sulla bioetica”. L’arcivescovo di Parigi Michel Aupetit si scaglia contro l’annuncio fatto dall’esecutivo di voler mettere ai voti prima delle vacanze estive la tanto controversa revisione della legge sulla bioetica, voluta da Macron. L’arcivescovo sulle pagine del quotidiano Le Figaro oggi attacca: votare la legge sulla bioetica oggi sarebbe un “forzare, nella discrezione del mese di luglio, questa serie di leggi che riguarda l’essenza stessa della nostra umanità”. La pandemia ci “ha ricordato la nostra comune vulnerabilità, la necessità di tornare a una certa sobrietà, la ricchezza e la fragilità dei legami famigliari ed ecco che il governo pensa di concludere velocemente la discussione di questo progetto di legge, come se non fosse successo nulla”, scrive Aupetit. E “ci ritroviamo a testa bassa nello sconvolgimento delle relazioni genealogiche che strutturano la persona, nella banalizzazione degli embrioni umani selezionati, analizzati e gettati come volgari beni di consumo, nella produzione artificiale di gameti con il solo interesse di alimentare il mito di una procreazione senza sesso”. In definitiva è “la società dei consumi che spinge ancora e sempre il desiderio degli adulti, senza alcuna considerazione delle conseguenze sulle generazioni future”.