“Se pensiamo che Dio ci chiede troppo, non abbiamo ancora sperimentato che Lui ci ha già donato tutto. La posta in gioco è ‘la vita e la vita in pienezza’: ne vale la pena. Grazie a Dio perché Lui si fida di noi, di voi. E a voi, grazie per il vostro Eccomi”: così il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, ha concluso sabato pomeriggio, 27 giugno, l’omelia della messa con il rito di ordinazione di un sacerdote, Samuele Moro, originario di Carbonera, e di due diaconi, Mattia Agostini, di Massanzago, e Riccardo Marchiori, di Spinea, tutti giovani studenti del Seminario vescovile. Il presule ha invitato i giovani a seguire “la strada del dono di sé, perché la meta è la felicità, la meta è Dio”. Una celebrazione con un’ottantina di sacerdoti concelebranti e con la partecipazione dei familiari e degli amici, raccolti nel tempio di San Nicolò e in altre tre “postazioni” allestite nel vicino Seminario, per garantire le distanze previste: la chiesa Immacolata, il chiostro minore e la sala Longhin. Molte anche le persone collegate da casa o da lontano grazie alla diretta su Antenna3 e allo streaming sul canale YouTube della diocesi.
“Se terremo per noi la nostra vita la perderemo. Se la perdiamo per causa di Gesù, la troveremo. È semplice ed è tutta qui la vita assieme al Signore, assieme all’unico fondamento di tutto – ha ricordato il vescovo -. Spesso pensiamo che siano tante le cose di cui abbiamo bisogno per vivere. Spesso pensiamo che siano molteplici e tutte ugualmente fondamentali ed irrinunciabili le cose che servono alla Chiesa per essere fedele alla sua missione. Ci sbagliamo, conta solo amare Gesù. E amare Gesù significa qualcosa di concreto, di reale. Significa prendere la croce e seguirlo. Significa percorrere vie di Vangelo”. Mons. Tomasi ha aggiunto: “È questo il rischio che dobbiamo prenderci, se vogliamo seguire il Signore. Se scommettiamo davvero che Lui ha parole di vita eterna. La meta è la felicità. La strada è il dono di sé. La meta è Dio. La strada è Dio. Perché il fondamento di tutto è Dio”.
Al termine della celebrazione i tre giovani hanno salutato i presenti, ringraziando le loro famiglie e le tante persone, i gruppi giovanili e di ricerca vocazionale, i sacerdoti del Seminario e quelli delle parrocchie, le comunità incontrate nel loro cammino, che li hanno sostenuti nella vocazione.