Delusione e perplessità perché il governo scozzese sembrava d’accordo con la ripresa delle funzioni religiose ma ha poi cambiato idea posticipando poi il riavvio delle messe con la presenza dei fedeli. Ha dato, però, il via libera a pub e ristoranti. Sono i vescovi cattolici scozzesi, in un comunicato, ad esprimere questi sentimenti. “La decisione del governo di rimandare al 23 luglio il permesso per riprendere le liturgie comuni, riaprendo il 15 luglio pub, ristoranti e cinema, ci lascia insoddisfatti e pieni di dubbi”, scrivono i sei vescovi scozzesi insieme agli arcivescovi di Glasgow ed Edimburgo. “Dall’inizio del lockdown la Chiesa cattolica ha collaborato con il governo”, si legge nel comunicato. “Oltre tre settimane fa i vescovi hanno anche presentato protocolli precisi per il controllo del virus e la ripresa graduale delle funzioni senza ricevere alcuna obiezione. La riapertura delle chiese per le preghiere individuali, a partire da lunedì 22 giugno, ci ha consentito di mettere a punto tutte le procedure necessarie per garantire la sicurezza sanitaria. Per tutti questi motivi ritardare ulteriormente le liturgie comuni appare una decisione non giustificata. La Conferenza episcopale comunicherà questo punto di vista al governo scozzese il più presto possibile”. Le chiese in Scozia, come nel resto del Regno Unito, sono chiuse dal 23 marzo. A maggio i vescovi hanno avviato un gruppo di lavoro per collaborare col governo su come preparare le chiese alla riapertura.