“Confidiamo pienamente nel lavoro degli inquirenti, ai quali assicuriamo la piena collaborazione alle indagini già manifestata in occasione di un’ispezione avvenuta qualche settimana fa all’interno della nostra struttura”. Lo si legge in una nota diffusa dalla Casa della Carità San Giuseppe di Montecchio in seguito all’apertura dell’inchiesta giudiziaria, che la vede coinvolta, dalla Procura di Reggio Emilia in merito ai 18 decessi di persone anziane avvenuti nella struttura, tra febbraio e aprile 2020, nelle settimane più difficili della pandemia causata dal Covid-19. “Per parte nostra siamo certi di aver agito correttamente e in modo esclusivo e senza riserve per il bene dei nostri ospiti in una situazione di estrema difficoltà, grazie alle competenze e ai sentimenti di prossimità che tutti i nostri operatori hanno espresso senza riserve”. “Sebbene questo non lenisca alcuna delle sofferenze che anche noi abbiamo vissuto e continuiamo a vivere pensando a quanti sono scomparsi e alle loro famiglie”, l’augurio dei vertici della Casa della Carità è che “al più presto venga fatta luce sugli eventi oggetto di indagine, restituendo serenità professionale ai nostri operatori e offrendo verità a tutti, a partire dalle famiglie dei nostri ospiti, a proposito dell’assistenza prestata ai loro cari in un’emergenza che, siamo certi, non ha mai fatto venir meno l’adeguatezza del servizio e la dimensione di cura della persona che ispira la nostra Fondazione”.
Il vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, mons. Massimo Camisasca, a nome della diocesi, ha espresso “piena solidarietà” a don Angelo Orlandini, parroco di Montecchio e presidente della Fondazione. Il presule ha anche “rinnovato la propria stima nell’operato” degli altri quattro dirigenti raggiunti da un avviso di garanzia e manifestato “piena fiducia nell’indagine della Procura reggiana, certo che la correttezza del lavoro svolto presso la Casa della Carità San Giuseppe di Montecchio emergerà rapidamente”. Infine, mons. Camisasca si è detto “contrariato e molto perplesso” per la decisione di riesumare la salma di mons. Giovanni Paolo Gibertini, vescovo emerito di Reggio Emilia-Guastalla, deceduto il 3 aprile scorso presso la Casa della Carità San Giuseppe di Montecchio. “Il vescovo Paolo, come tutti sanno, era ricoverato presso la struttura da molti anni ed era malato e debilitato a causa dell’anzianità da molto tempo”, informa una nota della diocesi.