L’usura quale piaga che affligge non solo le imprese ma anche le famiglie, l’educazione alla denuncia, la prevenzione, il funzionamento dei fondi statali di prevenzione e solidarietà per le vittime di usura e racket, le procedure esecutive immobiliari, il dialogo con le istituzioni. Sono i temi trattati da mons. Alberto d’Urso, presidente della Consulta nazionale antiusura “Giovanni Palo II”, durante l’audizione alla Commissione parlamentare antimafia. “Oggi – ha affermato – si contano trentadue Fondazioni antiusura distribuite sul territorio nazionale che sono intervenute durante le due grandi crisi economiche (1992 e 2008). Gli effetti di queste crisi si sono trascinati sino ai primi mesi del 2020 e ad esse si sono aggiunte le ferite economiche della pandemia da Covid-19”. Nei primi mesi di lockdown la Consulta nazionale antiusura ha subito lanciato “l’allarme usura, quale pandemia nella pandemia”: “Una marea di gente a rischio usura che di colpo si è trovata senza il minimo per vivere, tentata a mettere in discussione lo stesso scopo della vita”.
Mons. D’Urso ha ricordato che “sono in fase di elaborazione i dati del 2020, ma in via generale possiamo affermare che l’incremento” del fenomeno “riguarda tre elementi: le famiglie in condizione di povertà ‘tradizionale’; le famiglie (consumatrici e produttrici) che presentano uno stato di sovraindebitamento; le piccole e medie imprese che precipitano verso il fallimento per la progressiva caduta della domanda di loro prodotti o servizi”. Fonti della Consulta nazionale antiusura hanno registrato nel 2019 “circa 2 milioni di famiglie in stato di sostanziale fallimento economico”. Nel 2018 “sono state 7.708 le persone che si sono rivolte alle Fondazioni antiusura e 849 sono state le pratiche finanziate con fondi pubblici per 19.643.417 euro”.
“Un altro fenomeno che stiamo osservando con seria preoccupazione – ha sottolineato il presidente della Consulta – è quello delle procedure esecutive immobiliari, spesso in danno di famiglie indebitate che rischiano di perdere questo unico bene fondamentale per la vita della famiglia stessa; vendite alle quali sono interessate le organizzazioni criminali con finalità di riciclaggio di patrimoni finanziari illeciti. Abbiamo anche denunciato l’atteggiamento aggressivo di finanziarie e di società di recupero crediti nei confronti dei soggetti gravemente indebitati”.
Mons. D’ Urso su invito della Commissione si è soffermato anche su tema della denuncia: “Le Fondazioni sostengono le vittime anzitutto promuovendo la indispensabilità e convenienza della denuncia al fine di spezzare la soggezione sia psicologica sia economica della vittima all’usuraio. Ma, in tale opera, le Fondazioni non usufruiscono, a differenza di quanto avviene per la prevenzione all’usura, di aiuti pubblici destinati anche ai soggetti–famiglie non esercenti attività economiche”.