“Aveva solo quattro mesi il corpo, avvolto ancora dal suo pigiama azzurro sul quale è disegnato un coniglietto, ritrovato sulla spiaggia di Sorman (Libia, ndr) dai volontari della Mezzaluna Rossa. Questa ennesima tragedia non può essere accettata e tollerata”. Lo afferma Francesco Garofalo, presidente del Centro studi “Giorgio La Pira” di Cassano all’Jonio, in una nota sul naufragio nel Mediterraneo, che si è verificato il 13 giugno scorso. “Vinciamo la paura e l’ignoranza – esorta –, con la ragionevolezza e la solidarietà”. Osservando che “ciò che accade nelle acque del Mediterraneo riguarda tutte e tutti, e non può essere lasciato alle dispute tra gli Stati o alle decisioni dei singoli governi”, il presidente del Centro studi La Pira denuncia che “in quel mare sta annegando la nostra umanità”. “Perché nessuno deve essere lasciato morire mentre cerca un futuro di pace, o riportato indietro agli inferni da cui era fuggito, come i centri di detenzione dove ogni giorno avvengono torture e violenze”.
Nelle parole di Garofalo il timore che “i diritti umani, e in particolare dei minori, affondino sotto la furia e la brutale regia di uomini senza scrupoli”. “Ma tutto accade sotto i nostri occhi, assistiamo – prosegue – a una barbarie inaudita che le democrazie occidentali hanno il dovere morale, ancor prima di quello politico, di respingere e intervenire per porre fine a questo nuovo genocidio del terzo millennio”.