“A Milano, come nel resto della regione, abbiamo sperimentato ricadute devastanti del Covid-19. Un numero infinito di contagi e di morti, le “zone rosse”, intere comunità isolate… Con il lockdown le città hanno assunto un volto inedito, per certi versi spettrale”. È Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana, uno dei più attenti osservatori della realtà sociale lombarda, a raccontare al Sir le ricadute della pandemia nell’area lombarda, la più colpita dal Covid-19. “La Lombardia è stata messa duramente alla prova sul piano sanitario, economico, sociale, relazionale”. Gualzetti, dall’osservatorio Caritas, tratteggia le fatiche delle persone e delle famiglie nella quarantena, i risvolti psicologici di tanti contagi, ammalati e decessi. Poi parla della difficile ripresa di queste settimane. Aggiunge: “La solidarietà non è mancata, si sono moltiplicati esempi di generosità, forme molteplici di vicinanza. I giovani si sono fatti avanti, prendendo spesso il posto dei volontari costretti in casa per l’età”. La rete delle Caritas è stata determinante? “Diciamo che la capillarità della nostra presenza, in stretta collaborazione con le parrocchie, ha potuto fornire tantissimi aiuti a chi era – ed è – in difficoltà. Abbiamo retto per questi tre mesi, dando fondo ai magazzini e ricevendo tante donazioni: non sono mancati alimenti, vestiti, aiuti economici a chi si rivolgeva ai nostri centri. Ma ora s’impone una domanda: come potremo reggere questi ritmi quando la recessione che si profila mostrerà effetti ancora più pesanti?”.