Il 20 giugno ricorre il quinto compleanno di Casa Scalabrini 634, la struttura scalabriniana per rifugiati con sede in via Casilina a Roma. Lunedì 22 giugno alle 11.30 si realizzerà un momento celebrativo in diretta Facebook con padre Fabio Baggio (Sezione Migranti e rifugiati del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale), padre Camillo Ripamonti (Centro Astalli) e Andrea Zampetti (Ups). Era il 20 giugno 2015 quando il primo ospite varcava la soglia di Casa Scalabrini 634. “Quel giorno diveniva realtà la risposta concreta e puntuale di noi missionari Scalabriniani all’appello all’accoglienza che Papa Francesco aveva rivolto anche a noi durante l’estate del 2013”, ricorda fratel Gioacchino Campese, direttore generale di Casa Scalabrini 634: “Quella che era stata la casa di formazione dei religiosi studenti scalabriniani si è trasformata in una casa radicata nel territorio dove la cultura dell’incontro diventa realtà”. Altro punto chiave della buona riuscita di Casa Scalabrini 634 è stato il giovane team che da 5 anni porta avanti con passione e dedizione l’idea iniziale. “Siamo un gruppo eterogeneo, ma proprio per questo funzioniamo bene”, afferma Emanuele Selleri, direttore esecutivo del programma. “Nel quartiere siamo dei vicini di casa aperti e trasparenti, offrendo a chiunque bussasse alla porta molteplici occasioni di venire e vedere la quotidianità che viviamo dentro le nostre mura. Oggi possiamo dire di essere una parte attiva del quartiere, riconosciuti e stimati per il segno, magari piccolo, che diamo assieme ai nostri ragazzi”. Nei primi cinque anni, Casa Scalabrini 634 ha accolto 160 persone, tra le quali qualche famiglia con minori, per un tempo variabile dai 6 mesi ad un anno, per consentire alla persona di recuperare la propria autonomia e affrontare una nuova vita in Italia. A questi numeri, nel primo quinquennio, si aggiungono le 11.500 persone che hanno partecipato ad eventi di sensibilizzazione e 1.500 per la formazione specifica.