Aumentano i prezzi al consumo nel carrello, dai salumi (+3,7%) alla frutta (+7,9%) ma anche latte (+3,5%) e carne (+2,7%), in controtendenza con l’andamento generale che su base tendenziale vede il Paese in deflazione (-0,2%). Lo evidenzia una analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi all’inflazione a maggio che registra in media un aumento dei prezzi del +2,5% per gli alimentari. Nel carrello della spesa, l’associazione rileva aumenti anche per pesce surgelato (+5%), verdura (+5,3%), pasta (+3,5%), burro (+2,1%), formaggi (+2,4%), acqua minerale (2,3%) e zucchero (+2,2%), “spinti dall’andamento anomalo della domanda che ha favorito l’accumulo di scorte di prodotti, soprattutto a lunga conservazione, e dallo sconvolgimento in atto sul mercato per le limitazioni ai consumi fuori casa” in seguito all’emergenza coronavirus. “A incidere sulle quotazioni – sottolinea Coldiretti – sono stati i problemi di ristoranti, bar, agriturismi e, in molte regioni, anche di mercati rionali e degli agricoltori che, moltiplicando le offerte, ampliano la concorrenza aumentando le possibilità di scelta dei consumatori”. Una situazione che, secondo l’associazione, “ha favorito le speculazioni al ribasso nei campi e nelle stalle con il taglio ai compensi pagati agli agricoltori e agli allevatori, dalla carne al latte fino a molti ortaggi”. “Le quotazioni riconosciute ai produttori in molti settori – evidenzia Coldiretti – non coprono più neanche i costi e mettono a rischio il sistema agroalimentare nazionale. Occorre evitare che i comportamenti scorretti di pochi compromettano il lavoro della maggioranza degli operatori della filiera”.