“L’Eucaristia è pane di vita: per la vita nella Chiesa e nel mondo e per la vita eterna. Con l’Eucaristia, ricevuta nella nostra bocca o sulle nostre mani, il Signore vive in noi e noi nel Signore, cresce la nostra fede, fondata non più e non tanto sulle nostre opere, ma sulla nostra relazione con il Signore. L’importante non è come riceviamo l’Eucarestia, nella bocca o sulle mani: è importante che la nostra vita sia in grazia di Dio o ricerchi la grazia di Dio, sia in cammino nella fede, con le fatiche e e le debolezze di ciascuno, per non sprecare il dono posto nelle nostre mani e accogliere il Signore”. Lo ha ricordato oggi l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, nell’omelia pronunciata durante la messa che ha presieduto nella chiesa di S. Francesco.
“Il nostro sguardo all’Eucaristia – ha sottolineato l’arcivescovo – è accompagnato dal ricordo e dalla testimonianza di uno dei santi più popolari, anche nella nostra Chiesa di Ferrara-Comacchio, S. Antonio da Padova, che ha vissuto anche in questa città un periodo della sua vita e della sua predicazione, con alcuni miracoli”.
Mons. Perego ha richiamato anche i Sermoni di Sant’Antonio per affrontare il tema del “‘rimanere’ nel Signore” che, ha spiegato, “si concretizza anche nella partecipazione alla mensa eucaristica, oltre che nell’ascolto della Parola e nella condivisione fraterna”. “Senza Eucaristia – ha ammonito l’arcivescovo – non c’è futuro, rischiamo di essere schiavi del presente, delle sue ansie e contraddizioni, dei suoi dolori e delle sue angosce”.