Appello del custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, per sostenere le 15 scuole della Custodia in Terra Santa, in particolare quelle di Betlemme e Gerico, situate in Territorio Palestinese. “A causa della pandemia Covid-19 – afferma l’Associazione Pro Terra Sancta, l’ong della Custodia, che ha rilanciato l’appello – i pellegrini non possono visitare la Terra Santa. Il blocco dei viaggi ha creato grande difficoltà a tutte le famiglie che vivevano di turismo, soprattutto nei Territori Palestinesi. Le famiglie i cui figli frequentano le scuole francescane, in particolare a Betlemme e Gerico, sono in difficoltà a pagare la retta scolastica. Aiutandole sosteniamo il diritto allo studio di questi ragazzi”. “Le scuole della Custodia di Terra Santa – spiega padre Patton – non sono solo scuole di qualità per l’educazione e la formazione che offrono ai bambini e ragazzi, dalla scuola materna alla maturità, ma sono palestre di convivenza. Sono 15 scuole dove circa 10mila giovani, cristiani di tutte le chiese e musulmani, ogni giorno crescono insieme. Un laboratorio di pace fondamentale per i giovani di Terra Santa che vivono in paesi dove tensioni e conflitti sono una realtà quotidiana. Vi è poi la scuola di musica ‘Magnificat’ che ha al suo interno professori e studenti cristiani, ebrei e musulmani”.
“Le nostre scuole – ribadisce il custode – sono luoghi fondamentali per aiutare ad uscire dalla povertà, educare alla convivenza e alla pace. L’attenzione della Custodia è rivolta al processo di educazione alla tolleranza e pacifico rispetto dei vari credo religiosi, di emancipazione della donna nella società e dell’estensione dell’istruzione a tutti, anche ai più poveri”. “Abbiamo bisogno – conclude Patton – di aiutare soprattutto le due scuole che si trovano in Palestina, a Betlemme, frequentate da oltre 1000 studenti, e a Gerico”. Analogo appello per le scuole del Patriarcato Latino era stato rivolto nei giorni scorsi anche da mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme. In questo caso l’arcivescovo segnalava la difficoltà, causata dalla pandemia, di molte famiglie giordane e palestinesi a pagare le rette scolastiche dei loro figli.