Atti 2,1-11; Galati 5,16-25; Giovanni 15,26-27;16,12-15 Mentre la venuta in terra del Figlio di Dio era avvenuta nel silenzio di una notte a Betlemme, la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli a Gerusalemme avviene con un vento forte che scuote la casa e con lingue, come di fuoco, sul capo degli apostoli. Pieni di Spirito Santo. Si trova nel libro degli Atti degli Apostoli il racconto di quanto avvenne a Gerusalemme, “mentre il giorno di Pentecoste stava per finire”. Venne d’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano agli apostoli. Apparvero loro lingue, come di fuoco, che si dividevano e si posavano su ciascuno di loro. In quel momento, “essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue”.
Si compiva così la promessa che Gesù aveva fatto ai suoi amici nel discorso di addio. Lo Spirito, che viene dal Padre avrebbe dato ai discepoli il coraggio per compiere la loro difficile missione, con la forza di un vento impetuoso e l’ardore del fuoco. Infatti lo Spirito che il cristiano riceve prima nel Battesimo e poi nella Cresima produce gli effetti indicati, purificando l’anima come il fuoco e forgiando e temprando i nuovi cristiani. È lo stesso Spirito che anima la Chiesa, la cui azione continua nel mondo la presenza di Cristo, per la salvezza del mondo. Parlano le nostre lingue. Il primo e più stupefacente segno di quanto era avvenuto fu il fatto che la folla convenuta a Gerusalemme per la festa, pur provenendo da diverse regioni, sentiva gli apostoli parlare nella propria lingua, non c’era bisogno di interpreti. Questa singolare prerogativa indicava una peculiarità della prima Chiesa, molto importante.
Si sarebbe infatti chiamata cattolica, cioè universale. Nei secoli avrebbe parlato a tutti i popoli, senza distinzione, per portare l’annuncio del Vangelo sino agli estremi confini della terra.
Dopo gli apostoli, i loro successori, vescovi, sacerdoti, missionari e laici si sono impegnati durante i secoli a partire per ogni luogo della terra, imparando e parlando la lingua della gente che andavano a evangelizzare. Nel suo ultimo messaggio in piazza San Pietro, Giovanni Paolo II aveva salutato in 52 lingue, perché il suo saluto potesse essere compreso da tutti. Questa è oggi e così sarà sempre la Chiesa, partita dal giorno di Pentecoste, la comunità di tutte le genti, di lingue diverse, ma unite nell’unica fede e santificate dall’azione dello Spirito Santo. Lo Spirito di verità. Promettendo agli apostoli lo Spirito Santo, Gesù ne indica due prerogative:sarà uno Spirito di verità e un Consolatore. Quanto alla verità, sarà lo Spirito a dare testimonianza, ad assistere cioè gli apostoli nella loro predicazione, perché nulla sia difforme o contrario al Vangelo. Questo carisma non sarà solo degli apostoli, ma anche di coloro che hanno continuato e continuano la loro missione. L’insegnamento della Chiesa in ciò che si deve credere e in ciò che è conforme alla norma morale, avrà sempre il sigillo e la conferma dello Spirito Santo.
La Terza Persona della Trinità è poi chiamata Consolatore o Avvocato. Assisterà la Chiesa e la difenderà, ma soprattutto saprà confortarla nelle prove e nelle persecuzioni. Pensiamo a tutti i martiri della fede, di ieri e di oggi, di quanti perseguitati, torturati o carcerati hanno resistito “forti nella fede”. Essi hanno certamente fatto esperienza dello Spirito Consolatore, che li ha sostenuti nella prova e li ha aiutati a meritare con Cristo la gloria senza fine. Carlo Caviglione