Viva impressione, in Guatemala, ha suscitato l’uccisione del leader e sacerdote maya Domingo Choc, esperto di medicina naturale, che domenica è stato bruciato vivo da un gruppo di fanatici, perché accusato di essere uno stregone, a San Luis Petén, nel nord del Paese.
In realtà, Domingo Choc faceva parte di un team transdisciplinare di scienziati maya, guatemaltechi ed europei impegnati in progetti di ricerca e sviluppo con l’Università di Zurigo, l’University College di Londra e l’Università della Valle del Guatemala.
“Il fanatismo è uno degli atteggiamenti più pericolosi che possiamo trovare e il fanatismo religioso a maggior ragione”, ha commentato il card. Alvaro Ramazzini, vescovo di Huehuetenango, al giornale “La Hora”.
Il card. Ramazzini ha sottolineato che non è un fatto insolito che una persona come Domingo Choc fosse considerato uno stregone, assicurando però, al contrario, che ci sono persone che vivono la spiritualità dei popoli originari, in un modo autentico e che tutto ciò non ha nulla a che fare con la stregoneria, come nel caso in questione.
“Penso che tutta questa atmosfera nervosa di confinamento provochi anche emozioni molto represse, rispetto alle quali si cercano vie di fuga”, ha detto il porporato. Inoltre, il card. Ramazzini sostiene che questo tipo di eventi si verifica perché “il Guatemala è ancora una società segnata dalla violenza, che vede gli omicidi come normali”.