La popolazione mondiale giovanile di età compresa tra 15 e 24 anni crescerà a quasi 1,3 miliardi entro il 2030. Questo il dato messo in evidenza dal Consiglio dell’Ue che oggi si è pronunciato sul “contributo delle giovani generazioni alla costruzione di società più forti, più legittime, pacifiche e democratiche, in cui i diritti umani e lo stato di diritto sono rispettati e nessuno è lasciato indietro”. Il Consiglio si rende conto che “i giovani sono responsabili del cambiamento e partner essenziali nell’attuazione del consenso europeo in materia di sviluppo, dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici”. Allo stesso tempo è evidente che sono i giovani che “troppo spesso affrontano una serie di sfide tra cui povertà, esclusione socioeconomica e politica”. Non da ultimo sarà su di loro che avranno maggiore impatto gli effetti negativi in ambito economico e occupazionale della pandemia Covid-19. Da qui la sollecitazione del Consiglio a “investire e a lavorare con e per i giovani”: “inclusione e partecipazione” dei giovani sono le parole chiave da tenere presenti anche per “placare le tensioni sociali e contrastare l’estremismo violento”. L’invito è a fare in modo che “il godimento di tutti i diritti umani, compresi i diritti sociali e del lavoro per i giovani, sia garantito”.