Ancora violenza in Colombia. La denuncia, questa volta, arriva dalla rete di organizzazioni sociali e campesinas del Nord e del Basso Cauca, zona che si trova nel nord del dipartimento di Antioquia, nella zona settentrionale del Paese. Nel municipio di Ituango, sabato scorso, c’è stato l’ennesimo massacro, con l’uccisione di tre persone, tra cui due minorenni. Si tratta dell’imprenditore nel settore dei trasporti William Pérez, del diciassettenne Carlos Barrera e del quindicenne Camilo Sucerquia Durango, figlio di una ex guerrigliera che aveva abbandonato le Farc. L’attentato è stato attribuito ai paramilitari del Clan del Golfo (Autodefensas gaitanistas de Colombia).
Il coordinamento denuncia che da febbraio è iniziato un “allarmante movimento di truppe” nelle impervie e scoscese zone montuose della zona, dove il controllo del territorio è conteso tra il Clan del Golfo e il Fronte 18 della dissidenza dell’ex guerriglia delle Farc. Sono sempre più frequenti e numerosi i casi di interventi di gruppi armati e di sfollamenti forzati di popolazione civile negli ultimi mesi (solo ottocento in una sola volta qualche settimana fa, per esempio), come denuncia nella nota, in modo puntuale, la rete delle organizzazioni sociali, tanto che si parla apertamente di “disastro umanitario”, che si compie contemporaneamente allo sviluppo del contagio di Covid-19 e nell’assenza delle istituzioni. Preoccupazione, in particolare, per la sicurezza degli ex guerriglieri smobilitati.